La manifestazione enogastronomica, meglio conosciuta come la “Sagra della Strazzata” che si svolge il 20 agosto alle ore 20,30 di ogni anno, nella graziosa frazione Stagliuozzo, alle porte di Lagopesole, è giunta al XII° anno di attività.

Cresce a dismisura l’ interesse per questo prodotto “unico” nel suo genere e principalmente tipico di queste terre di Basilicata. La ricetta, semplice e complicata per diversi fattori, manifattura, cottura proporzioni degli ingredienti, è conservata e tramandata gelosamente da alcune donne del posto.

Le ricerche spasmodiche degli organizzatori hanno portato “ la strazzata” ad essere definita un prodotto di eccellenza in cui si mescolano tradizioni, sapori, profumi ed estrema professionalità nella preparazione e nella ricerca delle materie prime che la compongono: la farina, l’acqua, il lievito naturale, il sale e il pepe, quest’ultimo, rigorosamente macinato a mano. La farina di grano duro della specie “cappella” deve prevenire da una molitura non troppo fine; deve contenere cioè, una parte di crusca che rende il colore della strazzata leggermente più scuro del pane. Il pepe è un altro elemento di spicco per avere un prodotto di alta qualità, i cui grani devono essere macinati a mano al momento dell’impasto, per rendere più fragrante e saporita la strazzata. Il forno a legna dove devono essere cotti “ i cuculi” una sorta di cerchio di pasta col buco al centro, deve essere inizialmente a “temperatura alta”. L’acqua per impastare la farina con gli ingredienti deve essere di fonte, ovvero non molto dura e non conservata in bottiglia.

Questo e tante altre cose, come l’impasto effettuato a mano ( con i pugni chiusi), il trasporto al forno e la conservazione e soprattutto il particolare sapore, stanno suscitando l’interesse e la curiosità di molti visitatori intorno alla “strazzata”, specialmente per quelli provenienti dalla vicina Puglia ( molti) oltre che da molti paesi della Basilicata.

L nome “strazzata” è una denominazione dialettale che significa, come dice il prof. Luigi Telesca nel suo Glossario etimologico del dialetto aviglianese ( Edizioni Ermes) “strappata con le mani, tirando in senso opposto”. Fino a qualche decennio fa la strazzata veniva servita durante le feste di matrimonio farcita principalmente con caciocavallo, prosciutto, ma anche con peperoni fritti e frittata, perché “ stuzzicava la bevuta di vino”. Non è quindi un dolce perché i suoi ingredienti sono essenzialmente salati, ma non è nemmeno da considerarla una pizza rustica: è semplicemente “unica”, da assaggiare almeno una volta.

Per l’edizione 2009, vista la previsione dell’affluenza (10mila persone circa), l’organizzazione ha previsto un servizio gratuito di navetta che partirà dalla zona artigianale di Lagopesole, ubicata nelle immediate vicinanze dell’uscita sulla superstrada Potenza-Melfi. Questo per evitare gli ingorghi verificatosi nelle edizioni precedenti.

 

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