Gli interessi chiesti da Equitalia sulle cartelle esattoriali sono troppo alti, anzi “usurari”. A stabilirlo è una recente sentenza della Commissione Tributaria di Salerno che ha sospeso il pagamento    della cartella e ha disposto l'invio degli atti alla Procura della Repubblica per verificare se
sanzioni e interessi applicati superino la soglia stabilità dalla legge e configurino il reato di usura.
Del resto se ne parlava da tempo. A chi non è capitato almeno una volta nella vita di ricevere
una cartella di pagamento da Equitalia (ora Agenzia delle Entrate Riscossione, il nome cambia ma la
sostanza – ahimè – è la stessa)?
E chi, dopo aver letto gli importi chiesti dal Fisco, non è rimasto senza parole nel vedere che il
proprio debito quando passa nelle mani di Equitalia cresce “miracolosamente” fino a raddoppiare?
Ebbene, che tutto questo sia illegittimo adesso lo dice anche un giudice, per l’esattezza una
recente sentenza della Commissione Tributaria di Salerno che afferma che l’importo eccessivo degli
interessi può portare all’annullamento della cartella esattoriale perché si tratta di vera e propria usura. I
giudici infatti avevano rilevato che le percentuali di mora sulle cartelle avevano raggiunto il 9%, mentre
il limite di legge sugli interessi è compreso tra il 6 e l’8%.
Per meglio comprendere la decisione della Commissione Tributaria di Salerno, dobbiamo
considerare che ogni cartella di pagamento comprende gli oneri di riscossione (pari al 4,65% o, se si
paga dopo i 60 giorni dalla notifica, all’8%), le sanzioni (in media del 30%), gli interessi di mora (ora al
4,88%) e le spese di procedura, spese che addirittura aumentano nel caso di rateazione, ragion per cui è
facile arrivare a parlare di usura.
Come sappiamo, la cartella di pagamento è il mezzo con il quale l’Agente della Riscossione (che,
per le imposte dello Stato è l’Agenzia Entrate Riscossione) chiede al cittadino di saldare il proprio
debito nei confronti della Pubblica Amministrazione entro 60 giorni. Se il contribuente non paga la
cartella nei termini previsti, a partire dal 61/mo giorno scattano gli interessi di mora e tanto maggiore è
il ritardo, tanto superiori saranno gli interessi.
E per chi non paga entro i 60 giorni, sono dolori perché cominciano le cosiddette “azioni
esecutive”, che vedono l’Agente della riscossione pignorare tutti i beni del contribuente, compresi i
depositi in banca.
Affinché la cartella esattoriale sia legale, deve essere redatta secondo un modello predeterminato
dal Ministero dell’Economia e deve riportare tutte le indicazioni che consentano al contribuente di
comprendere le ragioni della pretesa del Fisco: tipo di imposta, anno di riferimento, importo richiesto e
leggi di riferimento.
 
Nicola Ricciardi, Avvocato tributarista, Presidente Fisco e Territorio – Azione Lucania
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