Certo che le rassicurazione dell’Amministratore delegato dell’ENI rispetto allo sversamento di petrolio fuori del centro oli di Viggiano suonano come le rassicurazioni del lupo a Cappuccetto Rosso.
Solo nel nostro Paese ed in questa strana Regione chiamata Basilicata i controlli e la verifica sui danni ambientali causati da Eni vengono affidati alla società che quel disastro lo ha determinato.
De Scalzi crede di poter continuare a prendere ancora per i fondelli i cittadini lucani solamente perchè può contare sull’appoggio di una classe politica che continua a non comprendere che è arrivato il momento di dire basta, di chiudere una pagina triste e disastrosa per la storia di Basilicata e puntare decisamente verso il futuro.
Basta inquinamento, basta con i pozzi di petrolio che hanno devastato la nostra terra e soprattutto basta con questa colonizzazione culturale, politica ed economica compiuta dalle multinazionali in terra di lucania.
Non accettiamo più di essere trattati come ingenui da chi è venuto nella nostra Regione a sfruttare il popolo lucano e a devastare il territorio per fare profitto sulle spalle di tutti noi.
“Stiamo facendo tutto quello che deve essere fatto per risolvere la situazione. E’ un versamento minimo e superficiale. Stiamo facendo tutte le verifiche”.
Sono queste le parole precise che ha utilizzato l’amministratore di Eni, parole che fanno accrescere indignazione e disprezzo per l’operato dell’ENI.
Descalzi avrebbe dovuto fare tutto il possibile per evitare che gli incidenti che ci troviamo a commentare fossero evitati (cosa che invece non è stata fatta) e soprattutto dovrebbe dare la possibilità ai cittadini lucani attraverso gli organismi preposti di compiere le verifiche necessarie per capire la reale entità dell’incidente verificatosi negli ultimi giorni.
Inoltre chiediamo a Descalzi di sapere se è vero che è stato negato l’accesso al Centro Oli al personale dell’ArpaB per effettuare i dovuti controlli e, in caso affermativo, come mai questa decisione.
Siamo stufi delle rassicurazioni di circostanza fatte sempre a posteriori, soprattutto non crediamo a quanto viene raccontato da chi ha già dimostrato in passato di non aver a cuore minimamente la salute pubblica e la tutela dell’ambiente.
A tutto questo si aggiunge ulteriore indignazione per l’atteggiamento supino assunto dalla Regione Basilicata che, al di là delle prese di posizione di circostanza, non ha messo in atto nessuna azione concreta nei confronti dell’Eni per la situazione del Centro Oli di Viggiano. La diffida fatta dalla Regione è l’ennesima arma spuntata utilizzata da chi non vuole in alcun modo mettersi contro i poteri forti.
D’altra parte mi chiedo come può essere credibile una Regione che pochi giorni fa ha espresso parere favorevole al progetto di Work over dell’area pozzi Monte Enoc di Viggiano.
Gianni Leggieri
Capogruppo M5S Basilicata
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