stigliano gruppo ragazzeGara in programma il 10 agosto presso il campo sportivo cittadino. “Le donne, i cavalier, l’arme…Nessuno sapeva da dove fosse venuta quella maledizione”, dark motive de “La leggenda del drago”, sapiente ricostruzione e rappresentazione scenica (di carattere itinerante) di un arcaico racconto locale, riproposto in punta di penna da Salvatore Agneta nel volume dal titolo “Il Conte e la leggenda del drago”. Stando alla narrazione : “verso la fine del XV secolo, il demonio si era ‘sistemato’ nei pressi del lago montano di Stigliano, dove terrorizzava ed uccideva i poveri malcapitati che vi si avvicinavano, divorando greggi e bruciando messi.

Inorridito da tali e tante efferatezze, il signore del posto vi si precipitò per affrontare in duello l’immonda bestia. Resosi conto delle propria impotenza al cospetto della belva, verrà aiutato dalla visione di una fanciulla. Che, tra sonno e veglia, gli suggerisce di affrontare il mostro nottetempo, dopo avergli fatto divorare un intero gregge di pecore e colpendolo al cuore, suo unico punto debole”. Un suggestivo ritorno al passato che gli accurati giochi di luce e i particolari effetti sonori contribuiranno a rendere ancor più interessante e partecipato. Visitare per credere. L’appuntamento è per il giorno 11 agosto (con replica il 12) a Stigliano. E precisamente, da via Portello a San Raffale Pantano, ameno anfiteatro naturale messo a disposizione da privati. L’ingresso è libero. Idem la visione. Un motivo in più per non lasciarsi sfuggire l’occasione. Perchè “sapere non è conoscere”. Più che uno slogan, un principio ispiratore per gli adepti di “Stigliano Eventi”, struttura associativa autonoma registratasi come organizzazione di volontariato di natura confederativa dei sodalizi locali (per info: 333.4427803 – Franco Micucci). Sulle ali del successo di esordio (sia in termini di presenze che di critica) dello scorso anno, “Stigliano Eventi” ripresenta lo spettacolo nel suo fascino primordiale. “Nonostante le storture distributive dei Piot ed il mancato sostegno in conto capitale da parte degli organismi (Apt in testa) deputati a pianificare ed indirizzare i processi di salvaguardia e valorizzazione del territorio, in ogni suo aspetto storico – turistico – culturale” fanno presente, con amarezza, gli organizzatori. Ma anche senza il “soccorso” dei finanziamenti istituzionali, lo spettacolo va avanti. Come dire : “the show must go on”. E, per di più, con un’interessante parentesi innovativa : la “Giostra di cavalli e cavalieri”. Un torneo equestre fra i cavalieri dei territori appartenuti al feudatario Eligio Della Marra. I partecipanti, di ben 10 diverse municipalità, si cimenteranno – a turno e singolarmente – in una gara di assalto al fantoccio (3 in paglia stilizzati, posti lungo il percorso in posizione verticale).  Vince il palio chi, dopo le tre prove, avrà totalizzato il maggior punteggio. Il giorno 11, invece, riflettori sul borgo. Meglio conosciuto come la Chiazz’. Per la toponomastica via Portello. Occasionalmente abbellita da vessilli, scudi e stendardi e illuminata da  torce. E, come d’incanto, rispunteranno gli antichi mestieri…e le pietanze tipiche, preparate nel rigoroso rispetto della tradizione. Sempre qui – senza mai svelare quanto verrà rappresentato successivamente nell’area di San Raffaele Pantano, ma anticipandone i contenuti – una  voce fuori campo introdurrà lo spettatore nel contesto storico oggetto della rappresentazione. Un gran numero di comparse ed attori locali (circa 200) animerà la zona per tutta la durata del cinespettacolo. Mentre lo spettatore, rapito dall’abile passaggio di mani degli sbandieratori, si sentirà parte integrante della vita dell’epoca. Tra un colpo di sega del falegname, i battiti (su pietra) dello scalpellino e (sul ferro) del campanaro, le bracciate del contadino e della massaia intenta alle faccende domestiche, ecc.. Per tutto l’arco della giornata. A San Raffale Pantano lo scontro decisivo. L’eterna battaglia tra il bene ed il male. Tra l’eroe e la creatura mitica. Tra il Principe ed il drago (in cartapesta, capace – mediante dispositivi meccanici – di sollevare la testa, di sbattere le ali ed agitare la coda), sconfitto dal primo (il principe ndr) all’ultimo assalto. Come leggenda vuole. Non prima, però, di aver ripercorso le esperienze dell’eroe che hanno fortificato – fra assassini e battaglie – l’animo del principe e forgiato il guerriero.

 

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