Anche i lucani hanno partecipato a bocciare il tentativo di riforma-truffa costituzionale dell’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Il dato è netto e chiaro. La voglia di strafare per divenire l’indiscusso  

padrone della nazione è miseramente fallita dopo appena 10 minuti dall’inizio dello spoglio delle schede rosa.

6 milioni di italiani in più, pari al 60 per cento contro il 40, hanno mandato a casa l’ex sindaco di Firenze.

E il suo maldestro modo di imporre il pensiero dei forti contro il popolo.

Poteri forti, occulti e massonici hanno tentato, attraverso il giullare fiorentino di impadronirsi di una nazione di 60 milioni di cittadini.

Una Riforma costituzionale che avrebbe dato mani libere ai burocrati di Bruxelles e alle compagnie petrolifere di mezzo mondo.

Il tutto presentato e giustificato come una riduzione del costo della politica,

Molti, purtroppo, ci sono cascati.

Abbagliati dall’antipolitica, confondendo così in modo infantile il costo della politica, che certamente va ridotto di molto, con il costo della democrazia.

Cioè della rappresentanza popolare.

La vittoria del No è un grandissimo risultato popolare che segue il Brexit di giugno, la vittoria di Donald Trump negli USA, la forte avanzata dei movimenti patriottici europei.

Quando lor-signori pensavano di avere ormai la strada spianata nel far trionfare finanza e globalizzazione, aiutati dai servi sciocchi che sono stati i tantissimi giornalisti della carta stampata e del video, con vergognosi servizi di parte sino a stordire i cittadini.

Vuoti comizi rionali dell’ex Presidente trasmessi a reti unificate sulla Rai e Sky , asserviti nel lanciare la volata al potente di turno, fregandosene della “par condicio”.

Che per tutta la campagna referendaria non si è vista, con un rapporto del tempo mediatico alle due parti di 10 a 1 per il SI, insomma perfetta “impar condicio”.

Che non è servito a niente, ottenendo, così, il No anche un risultato politico, dopo quello delle difesa della costituzione, che per noi non è “la più bella del mondo”, (ma che andava comunque difesa), come, invece, diceva un certo Roberto Benigni, grande stipendiato Rai, fino a pochi mesi fa, salvo poi a cambiare idea e a fare campagna referendaria per il SI, in aiuto del suo compare toscano: dimissioni di Renzi e voto anticipato.

Ora si va spediti verso una campagna elettorale politica anticipata.

Per ridare al Paese un governo con a capo un politico eletto, finalmente, dai cittadini e non nominato da un ex presidente della repubblica, nemmeno più tanto emerito.

Infine, tornando al dato regionale, il risultato è ancora più marcato, 65 per cento rispetto al 60 per cento nazionale.

I lucani ancora una volta hanno dato dimostrazione di voler contare sempre di più. Prendendo coraggio e dignità.

L’epoca del tenere la testa abbassata è finita.

Gli esempi di Lauria, Sant’Arcangelo, Matera e in tanti altri comuni, cioè in casa dei Big del Partito democratico, con la netta vittoria del NO, stanno lì a confermarlo.

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