In Basilicata, quorum referendario raggiunto. Il renzismo non abita più qui. Pittella e Renzi ne prendano atto. È strano sentir dire ad un Presidente del Consiglio che la partecipazione al referendum di 14 milioni di Italiani è un fallimento.
Se consideriamo che Renzi riveste quella carica perché sostenuto solo 2.800.000 di persone, tra i quali non vi sono solo aventi diritto al voto, visto che le primarie sono aperte anche ai sedicenni, si comprende quanto poco il Premier capisca di numeri e, soprattutto di consenso.
Ci sarà il tempo di insegnargli che un conto sono le primarie farsa del suo partito e altro le elezioni ed i referendum.
Quello che ci preme è fare dei ringraziamenti.
Grazie ad i cittadini della Val d’Agri, quei pochi che sono andati a votare. Non deve essere stato facile manifestare apertamente il dissenso nei confronti della classe dirigente che li amministra, complice silente da tanti anni dell’impoverimento della nostra Regione.
Grazie anche a chi ha votato no, perché ha mostrato la propria contrarietà nel rispetto delle regole democratiche; il che, dopo le dichiarazioni di esponenti politici che invitavano all’astensione, è una bella lezione di civiltà.
Grazie a quel 50,17% di Lucani che si è recato alle urne, che hanno manifestato un aperto dissenso nei confronti di Renzi e della politica consociativa di Marcello Pittella, renziano d.o.c.. 50,17% che è molto di più del 47,62% che ha votato alle elezioni regionali del 2013.
Un esame di coscienza sarebbe opportuno da parte del Presidente della Regione. È ovvio che la sua, neanche celata, sudditanza nei confronti di Renzi non gli ha giovato. I Lucani, più del doppio di quelli che lo hanno eletto Presidente, non vogliono un vassallo ma qualcuno che li difenda, che difenda i loro interessi.
Il renzismo non abita più in Basilicata. E questa è un’ottima notizia. È la débâcle del pittellismo, di quella politica che non si poggia sul consenso del Popolo ma sul servilismo ai poteri forti, che non si qualifica per le politiche e le azioni messe in campo ma per la promessa di posti di lavoro. Renzi in Basilicata è, politicamente, defunto così come i suoi servi sciocchi.
Forse la rivoluzione del Popolo, non quella di finti gladiatori, può partire proprio dalla nostra bella terra. Grazie alla Basilicata, per questa lezione di democrazia e di ritrovato orgoglio.
Ai Lucani coraggiosi, eredi di quei briganti che hanno fatto la storia del nostro Popolo, vogliamo ricordare che, nel mare di finti profeti, c’è qualcuno che crede in una Basilicata diversa. Noi saremo sempre dalla parte di chi difende la propria libertà di espressione senza temere ritorsioni.
A Pittella diciamo: il quorum è stato superato. Sei in grado di convivere sapendo che oltre la metà dei Lucani non è d’accordo con te?
Potenza, 18 Aprile 2016
Gianni Rosa, Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale
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In Basilicata, quorum referendario raggiunto. Il renzismo non abita più qui. Pittella e Renzi ne prendano atto
È strano sentir dire ad un Presidente del Consiglio che la partecipazione al referendum di 14 milioni di Italiani è un fallimento. Se consideriamo che Renzi riveste quella carica perché sostenuto solo 2.800.000 di persone, tra i quali non vi sono solo aventi diritto al voto, visto che le primarie sono aperte anche ai sedicenni, si comprende quanto poco il Premier capisca di numeri e, soprattutto di consenso.
Ci sarà il tempo di insegnargli che un conto sono le primarie farsa del suo partito e altro le elezioni ed i referendum.
Quello che ci preme è fare dei ringraziamenti.
Grazie ad i cittadini della Val d’Agri, quei pochi che sono andati a votare. Non deve essere stato facile manifestare apertamente il dissenso nei confronti della classe dirigente che li amministra, complice silente da tanti anni dell’impoverimento della nostra Regione.
Grazie anche a chi ha votato no, perché ha mostrato la propria contrarietà nel rispetto delle regole democratiche; il che, dopo le dichiarazioni di esponenti politici che invitavano all’astensione, è una bella lezione di civiltà.
Grazie a quel 50,17% di Lucani che si è recato alle urne, che hanno manifestato un aperto dissenso nei confronti di Renzi e della politica consociativa di Marcello Pittella, renziano d.o.c.. 50,17% che è molto di più del 47,62% che ha votato alle elezioni regionali del 2013.
Un esame di coscienza sarebbe opportuno da parte del Presidente della Regione. È ovvio che la sua, neanche celata, sudditanza nei confronti di Renzi non gli ha giovato. I Lucani, più del doppio di quelli che lo hanno eletto Presidente, non vogliono un vassallo ma qualcuno che li difenda, che difenda i loro interessi.
Il renzismo non abita più in Basilicata. E questa è un’ottima notizia. È la débâcle del pittellismo, di quella politica che non si poggia sul consenso del Popolo ma sul servilismo ai poteri forti, che non si qualifica per le politiche e le azioni messe in campo ma per la promessa di posti di lavoro. Renzi in Basilicata è, politicamente, defunto così come i suoi servi sciocchi.
Forse la rivoluzione del Popolo, non quella di finti gladiatori, può partire proprio dalla nostra bella terra. Grazie alla Basilicata, per questa lezione di democrazia e di ritrovato orgoglio.
Ai Lucani coraggiosi, eredi di quei briganti che hanno fatto la storia del nostro Popolo, vogliamo ricordare che, nel mare di finti profeti, c’è qualcuno che crede in una Basilicata diversa. Noi saremo sempre dalla parte di chi difende la propria libertà di espressione senza temere ritorsioni.
A Pittella diciamo: il quorum è stato superato. Sei in grado di convivere sapendo che oltre la metà dei Lucani non è d’accordo con te?
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