“Il triangolo no, non l’avevo considerato” Una vicenda dalle tante sfaccettature, con una buona componente di “sfacciataggine” che purtroppo coinvolge ancora una volta Potenza e i suoi cittadini.
“Pur di vincere mi alleo anche col diavolo” Potrebbe essere questa una sintesi possibile della vicenda Pittella-De Luca che è venuta alla luce, dalle ultime delle cronache giornalistiche, che coinvolge il presidente della regione Basilicata e l’ex e attuale sindaco di Potenza. In tutto questo sono come sempre i cittadini di Potenza, già duramente provati, a fare da spettatori succubi. Il dissesto evitabile era quello del commissario; quello economico purtroppo no; per l’eredità che hanno lasciato i sindaci degli ultimi 15 anni. “Le spese pazze, superflue e scellerate, alcune potrebbero essere considerate dai maligni “voto di scambio” sono sotto gli occhi di tutti e sono state setacciate anche dai magistrati contabili, che hanno confermato l’impossibilità di evitare il dissesto con le sue conseguenze. A partire dal trasporto pubblico che, più’ che servizio, era diventato un ufficio di collocamento per lavori inutili e un bancomat per imprenditori senza scrupoli, fino alla raccolta dei rifiuti, altro buco nero per le casse della città. Oltre naturalmente al mare di rivoli di spese che hanno contribuito a dover dichiarare il dissesto. Ma ora la vicenda è sempre più’ politica. Pittella ha smentito di aver mai voluto il dissesto: però le sue parole, furbescamente registrate, dicono il contrario. Forse perché aveva intuito che non c’era altra strada? Ha detto di averlo suggerito già anche all’ex sindaco Santarsiero di dichiararlo. Il quale, con caparbietà, ha negato, continuando imperterrito a farlo, anche l’evidenza con l’inutile tentativo, forse, di non rimanere alla storia come lo “spendaccione sconsiderato” ai danni di chi paga le tasse. Certo, chiunque saprebbe gestire una città spendendo il 60 per cento in più’ di quello che s’incassa. 90 milioni avendone a disposizione 60. Probabilmente il, in diversi modi satiricamente nominato da molti potentini, deve aver pensato: “tanto poi, paga pantalone e saranno cavoli di chi viene dopo di me”, “lasciando così il cerino in mano al successore” come ha paventato lo stesso Procuratore della Corte dei conti, Michele Oricchio. Ora però, oltre che costare molto ai potentini e anche in parte al resto della regione, la vicenda è tutta interna al Pd che ha trovato in De Luca una sponda per regolare i suoi conti di partito. Per il Movimento 5 Stelle il dissesto non era evitabile e ci voleva un punto di svolta. Le sue inevitabili conseguenze devono essere pagate da chi le ha causate. I fautori in solido devono risarcire insieme ai partiti di appartenenza che li hanno candidati e essere allontanati dalla politica e dalla gestione della “cosa pubblica” Per questo alcuni mesi fa il Movimento 5 Stelle di Potenza ha inoltrato una formale denuncia alla corte dei Conti chiedendo di perseguire chi ha causato danni erariali al comune di Potenza. Intanto si sta immaginando come impostare una “Class action” dei cittadini potentini che si sentono truffati dall’amministrazione che li sta costringendo a lunghi periodi di tasse alte e disservizi continui.
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