La Commissione eur ha risposto all’interrogazione presentata ad ottobre scorso dal portavoce europeo del M5s Pierpaolo Pedicini, e che i dati trasmessi sono incompleti e chiederà all’Italia di fornire i dati mancanti.
L’accertamento delle specifiche situazioni sono di competenza degli organi amministrativi e giudiziari nazionali incaricati dell’attuazione delle direttive europee.
La direttiva 2010/75/Ue relativa alle emissioni industriali dispone che le installazioni industriali utilizzino le migliori tecniche disponibili per prevenire un inquinamento significativo e contribuire, se del caso, al rispetto delle norme di qualità ambientale dell’Ue.
La direttiva quadro sulle acque impone agli Stati membri di proteggere, migliorare e ripristinare tutti i corpi idrici sotterranei al fine di conseguire un buono stato delle acque sotterranee, anche sotto il profilo quantitativo e chimico. La direttiva sulle acque sotterranee fissa le norme di qualità di tali acque e stabilisce misure per prevenire o limitare le immissioni di inquinanti. La Commissione ha effettuato una valutazione generale (riguardante anche le acque sotterranee) dei primi piani di gestione dei bacini idrografici presentati dagli Stati membri e successivamente ha avviato scambi bilaterali di informazioni per migliorare la stesura dei secondi piani gestione dei bacini idrografici, che devono essere adottati entro la fine del 2015. Quando questi secondi piani saranno comunicati alla Commissione occorrerà valutare se le autorità nazionali (comprese quelle italiane) stiano adottando misure adeguate per conseguire gli obiettivi stabiliti nell’ambito della direttiva quadro sulle acque.
“Ci auguriamo ha commentato Pedicini che gli organi competenti italiani forniscano subito i dati richiesti dalla Commissione europea e che gli accertamenti della Ue contribuiscano a fare ulteriore chiarezza sui danni che produce l’impianto Fenice e sulle soluzioni che quanto prima vanno adottate”.
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