Un europeo di Basilicata Ferdinando Petruccelli della Gattina nel bicentenario della nascita, Nato a Moliterno il 28 agosto del 1815, risulta tra le personalità più significative della cultura e della pratica politico-comunicativa dell’Ottocento
italiano ed europeo, dalla “primavera dei popoli” (1848/49) alla “difficile costruzione” dello Stato unitario in Italia, con orizzonti ed obiettivi, sempre, di caratura europea.
Di solida formazione di base, con diploma di medico chirurgo dal 1836, ebbe rapporti via via più frequenti con intellettuali napoletani e delle province che, da posizioni moderate e/o democratico-radicali, si muovevano in direzione di una profonda riforma dell’assetto istituzionale del Regno o per il suo superamento nella prospettiva dell’Unità d’Italia. Di rilevante portata ed incidenza si sarebbero presto rivelati gli itinerari di conoscenza e di confronto culturali che, dal 1840 al 1842, lo impegnarono in varie realtà europee (Spagna, Germania, Francia ed Inghilterra), da dove inviò “pezzi” giornalistici per il “Salvatore Rosa” di Napoli ed il “Raccoglitore fiorentino”.
Fece seguito, negli anni successivi, un suo sempre più diretto coinvolgimento, da protagonista di prima fila, in progettualità ed azioni di cultura politica radicaldemocratica, a Napoli e nelle realtà provinciali della Basilicata e della Calabria. Di significativa valenza, al riguardo, la veicolazione di idee forza e valori promossa ed attuata (nel corso della “primavera dei popoli”) essenzialmente attraverso il periodico “Mondo Vecchio e Mondo Nuovo”, il cui dichiarato impianto radical-democratico faceva perno su obiettivi di profonde riforme di sistema, per l’affermazione (in un contesto di libertà per tutto il popolo) del merito e la valorizzazione delle competenze dei singoli, promuovendo le migliori intelligenze della Nazione “in costruzione”.
Idee-forze ed assi portanti di un progetto di cultura e di pratica politica per il quale egli avrebbe continuato a muoversi e battersi anche dopo la dura repressione che fece seguito al determinante snodo risorgimentale del 1848/49, allorquando, pur da ex deputato, non gli rimase che la via dell’esilio (riuscì ad imbarcarsi in segreto per Parigi nel settembre del 1849), così sfuggendo al processo della Gran Corte Speciale di Calabria che, in data 4 febbraio 1853, lo condannò alla pena di morte.
La caduta del regime borbonico, da lui sempre avversato, in Italia ed all’estero, risollecitò al pieno impegno politico-istituzionale sul campo l’ormai affermato giornalista italiano-europeo Ferdinando Petruccelli della Gattina, che riuscì ad essere eletto nel nuovo Parlamento dell’Italia unita, dal collegio di Brienza (1861), da quello di Acerenza (1870) e poi da quello di Teggiano nel 1874, nel 1876 e nel 1880.
Tra gli elementi caratterizzanti la sua sempre vivace attività parlamentare furono: insistita attenzione per la qualità ed il rigore delle rappresentanze parlamentari; per aspetti e questioni riconducibili alla “questione meridionale”; per l’autonomia dei rapporti Stato-Chiesa; per l’istruzione pubblica obbligatoria, gratuita e laica; per il superamento di precondizionamenti e limiti ad una compiuta realizzazione del processo unitario italiano, nel quadro, sempre, di una solida visione europea di rigorosa salvaguardia e rispetto di ruoli e funzioni dei singoli Stati.
Non rieletto nel 1882, fece ritorno a Londra, dove per sei anni continuò a svolgere intensa attività di giornalista e di scrittore. Ritrasferitosi a Parigi, trascorse gli ultimi anni di vita in prevalente solitudine, fino alla morte, nel 1890.
Un profilo di vita politico-istituzionale e di attività pubblicistica, quella del moliternese Ferdinando Petruccelli della Gattina, che va adeguatamente “riletta” e restituita al suo tempo, fuori da “ogni schema ideologizzato e precostituito”, che, a partire da “profili” prodotti in età liberale (nell’ambito di letture in “chiave moderata” dello stesso Risorgimento italiano) a successive, molto semplicistiche, rappresentazioni sul terreno dell’antipolitica, ne hanno a lungo precondizionato una compiuta e rigorosa “ricostruzione e rilettura” d’insieme, nel contesto italiano ed europeo del tempo. Un obiettivo scientifico-culturale, questo, che si ripropone tanto più interessante e significativo oggi, nel bicentenario della sua nascita.
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