Il Consiglio Comunale di Potenza si è mosso, in questi primi sei mesi, con decisioni concrete e più o meno condivise, in una direzione univoca: quella di cercare di arrivare all’eliminazione di un consolidato degrado politico, sociale e civile che ha generato,     

nel tempo, molteplici tipi di disagi anche nella individuazione e fruizione dei servizi di base assicurati.

In “costanza” di dissesto tutto deve essere ridimensionato ed è, pertanto, essenziale anteporre la qualità alla quantità, assicurando l’efficiente fruibilità dei servizi essenziali.

È fondamentale ripartire con idee innovative, con l’eliminazione dei tanti sprechi, la rideterminazione dei costi dei servizi essenziali, con un cambio di rotta senza compromessi che deve passare dall’indire gare pubbliche d’appalto per impegnare ogni singolo centesimo del bilancio comunale.

Legalità ed efficienza sono elementi essenziali per il riequilibrio definitivo del bilancio.

Tutto va ridotto e va raggiunta l’autosufficienza con una “politica innovatrice” che riformi in profondità sia la nostra società sia lo stile di vita dei potentini.

Rifiuti, trasporti, mense, devono essere rivisti in un’ottica di efficienza ed economicità e vanno istituzionalizzati controlli e rispetto delle regole.

Va a più presto approvato il nuovo regolamento sulla pubblicità e adeguati quelli della Polizia Municipale, ponendo comunque maggiore attenzione alla riscossione delle entrate.

Il riequilibrio di bilancio deve passare sia da virtuosismi amministrativi e gestionali interni all’ente sia dal riconoscimento, da parte della regione, del ruolo di città che fornisce molteplici servizi sovracomunali.

Vanno aperti tavoli istituzionali per “categorizzare” i servizi che la città capoluogo offre alla comunità regionale.

Se non riparte Potenza è impossibile pensare che possa ripartire la Basilicata.

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