Le manifestazioni degli ultimi giorni e le proteste degli studenti di Potenza contro le trivelle selvagge della legge Sblocca Italia sono uno straordinario segnale di presa di coscienza collettiva dei danni che le estrazioni petrolifere stanno provocando in Basilicata.
Vedere migliaia di ragazzi che hanno sfilato e gridato slogan per le strade di Potenza mi ha emozionato e riempito d’orgoglio. La rabbia spontanea di questi studenti è una lezione per tutti noi adulti che spesso non riusciamo a guardare al futuro con il giusto senso di responsabilità.
Io ammiro questi ragazzi perché stanno avendo coraggio, quel coraggio che è mancato ai propri genitori nel contestare coloro che stanno svendendo la Basilicata alle compagnie petrolifere senza pensare al rispetto dell’ambiente, alla salute dei cittadini, alla vocazione agricola e turistica dei nostri territori, ad uno sviluppo sostenibile.
Io ho iniziato tardi a manifestare il mio dissenso contro i poteri forti e contro i loro interessi economici e affaristici. Per questo cerco di farlo adesso con maggiore forza e determinazione. Ma oggi voglio prendere esempio da questi ragazzi perché hanno la forza di aver capito presto che solo attraverso la partecipazione, la trasparenza, la conoscenza diretta si può tutelare e salvaguardare il benessere di tutti e non quello di pochi.
A Potenza c’erano tanti ragazzi che protestavano, alcuni con la bandiera del Movimento 5 Stelle, altri con quella delle associazioni che si battono contro il petrolio (quelli che Renzi definisce comitatini), la maggior parte senza nessuna bandiera. Ma non è questo l’importante. Non è il contenitore quello che conta. Non è la bandiera. L’importante è battersi per un unico obiettivo: una Basilicata pulita e libera.
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