Tutto dipende da che punto guardi il mondo, diceva una famosa canzone di qualche anno fa. Puoi guardare il mondo pensando che ci sono delle leggi da far rispettare, senza entrare nel merito di nessun’altra considerazione.   

Oppure puoi guardare il mondo facendoti delle domande, cercando di capire la motivazione di un gesto, le ragioni di scelte così drammatiche.

Da anni hanno occupato abusivamente delle case, e sanno benissimo che non è consentito. Sono tante, tantissime famiglie. Centinaia. Una vera e propria piaga sociale. Per la legge hanno compiuto un abuso, le autorità hanno tutto il diritto di metterli alla porta, la cosa sarebbe finita qui. Se non li conosci pensi che sono dei poco di buono, delinquenti, gente senza scrupoli. Bisogna che si vada sul posto a conoscere le situazioni, a guardare negli occhi questa gente. Hanno l’espressione dell’animale braccato. Molti hanno anche dei bambini, qualcuno ha malattie di vario genere, situazioni drammatiche da punto di vista sociale, non ne parliamo da quello economico.
Una società attenta non può limitarsi a liquidare un problema semplicemente consultando un codice civile. Da quando l’Ater ha diffuso l’ordine relativo agli sfratti, la loro vita (già non particolarmente piacevole), è diventata un incubo.
Sono entrati nelle case da alcuni anni non perchè volessero commettere un reato, ma perchè non avevano nessun altro tetto sotto cui dormire. Un tetto dove riparare i loro figli, dove curare le loro malattie. Una casa “normale” con una locazione “normale” non se la possono permettere.
La sera li trovi sotto i portici del quartiere Cocuzzo a ragionare di disperazione. Di leggi che hanno dovuto imparare, di procedure contro le quali si sono dovuti scontrare, di legali che gli hanno fatto avere un rinvio e di altri che se ne sono fregati. Tra qualche giorno toccherà proprio a loro, che sono lì “solo” da tre anni e magari hanno anche pagato locazioni, maggiorazioni fino al 175% dell’importo originario, luce scale e forza motrice (ascensori). Le bollette di acqua luce e gas arrivano direttamente intestate a loro nome. Abusivi sì, ma riconosciuti da una società a cui non interessa niente altro che pretendere il dovuto, senza farsi domande.
Vivono in case ridotte ad accampamenti, che non vorrebbe più nessuno, case che rappresentano l’unica possibilità che gli è rimasta di dormire al chiuso.
Quelli più fortunati le hanno anche parzialmente ristrutturate: le loro malattie non consentivano loro di dormire in appartamenti fatiscenti con mura che trasudavano di umidità.
La signora ha un bambino piccolo in braccio che dorme ed un altro più grandicello che scorrazza per i portici di quello che tra qualche giorno non sarà più “il suo quartiere” e non sa ancora che quella casa al decimo piano non sarà più “la sua casa”. E già, perchè quelle case (che non vorrebbe nessuno) se le sentono ormai come le “loro” case.
Povertà, disoccupazione e irregolarità sono un tritolo pronto ad esplodere. Chi non conosce queste situazioni prende il codice e lo applica, senza rendersi conto che il rischio non è solo quello della segregazione sociale ma anche della segregazione edilizia. Ossia il concentrarsi di soggetti maggiormente a rischio in determinate aree periferiche generando dei ghetti edilizi, abitativi. C’è un rapporto direttamente proporzionale tra degrado e conflittualità sociale.
La soluzione è quella di buttare fuori chi non ha i titoli per occupare l’alloggio? Dopo due giorni entrerà un’altra famiglia senza alcun diritto, allertata dall’amico o dal parente che abita nello stesso portone o in quello a fianco. Per anni è stato così. Il problema non viene risolto, viene solo rinviato.
Adesso la domanda che una politica saggia e lungimirante deve porsi è la seguente: esistono le condizioni per risolvere questo problema? Il compito della politica è quello di cercarle. Non salvaguardando chi ha infranto la legge, ma cercando soluzioni che possano consentire il pagamento di locazioni realmente sociali a chi ne ha veramente bisogno, e poi destinare alloggi più dignitosi a coloro che, inseriti in una regolare graduatoria, attendono di vedere coronato il sogno di una casa.
Alcuni di quelli che hanno occupato irregolarmente l’alloggio, si svegliano la mattina e guardano dall’alto quella nave di cemento, qualcuno pensa che che non esiterebbe un attimo a partire per ricominciare da qualche altra parte. Ma quella nave da porto Serpentone non si muoverà mai.

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