Acquedotto Lucano, Istituto Superiore di Sanità, Arpab, Asp, Asm ed Egrib sono impegnati ad elaborare in via preventiva tutti i possibili rischi per la filiera idropotabile.  

 

Valutare e mappare tutti i rischi della filiera dell’acqua potabile, dall’ambiente in cui ha luogo la captazione, ai corpi idrici e fino al rubinetto: è questo l’obiettivo del Piano di Sicurezza dell’Acqua della regione Basilicata che è stato presentato questa mattina a Potenza. All’incontro, organizzato da Acquedotto Lucano in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, hanno preso parte anche rappresentanti di Arpab, Asp, Asm ed Egrib, oltre che delle associazioni dei consumatori Adoc, Adiconsum, Cittadinanzattiva, Altroconsumo e Unione Consumatori.

L’accordo di collaborazione tra AL e ISS prevede l’implementazione del Piano per gli schemi idrici Sinni-Montalbano, Agri-Basento e Vulture-Melfese, secondo i principi elaborati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha ridisegnato il settore dei controlli di qualità delle acque destinate al consumo umano con un modello basato su un sistema globale: più prelievi e parametri, mappatura dei rischi e tecnologie innovative per garantire la valutazione degli eventuali pericoli, calibrata sulle peculiarità della risorsa del territorio. Un modello che anticipa i criteri sui quali si basa la revisione della direttiva comunitaria sulla qualità dell’acqua potabile.

Ad introdurre la presentazione del PSA è stato l’amministratore unico di Acquedotto Lucano, Giandomenico Marchese, che si è soffermato sulla necessità di “porre sempre la massima attenzione alla sicurezza e alla qualità dell’approvvigionamento idrico, rafforzare il sistema dei controlli, oltre che per ottemperare agli obblighi di legge anche per rispondere alla domanda sempre crescente dell’opinione pubblica di informazioni sulla salute e sull’uso sostenibile della risorsa. Per queste ragioni, Acquedotto Lucano ha deciso di dotarsi del Piano di Sicurezza senza attendere il 2025, quando diventerà obbligatorio per tutti i gestori. Creare un Piano di Sicurezza dell’Acqua – ha aggiunto Marchese – significa investire fortemente in innovazione tecnologica, ricerca e sviluppo della conoscenza. Significa, altresì, prevedere misure di mitigazione del rischio la cui applicazione garantirà maggiore tutela della sicurezza della popolazione”.

Il direttore generale, Gerardo Marotta, ha illustrato il sistema del servizio idrico integrato della Basilicata, nel quale il Piano dovrà essere calato e adottato, mentre il direttore operativo, Rosanna Brienza, ha presentato tutti i componenti del team.

Il ruolo dell’Istituto Superiore di Sanità sarà quello di formare il team e accompagnare l’intero progetto.

La normativa attuale – ha spiegato Federica Nigro Di Gregorio, ricercatrice del Dipartimento ambiente e salute dell’ISS – prevede che l’acqua ad uso potabile sia controllata al punto di utenza, con le modalità previste dal D.Lgs 31/2001 che stabilisce i punti di prelievo, i parametri da determinare e i limiti di qualità. La novità introdotta dal Water Safety Plans consiste nella valutazione di ogni possibile criticità che possa mettere a rischio l’acqua potabile nell’intera filiera, ovvero in tutto il percorso che compie dalla captazione al rubinetto. I vantaggi che derivano da queste attività sono diversi, in quanto implicano una puntuale conoscenza del sistema, la collaborazione tra diversi soggetti a vario titolo coinvolti, la possibilità di migliorare la gestione operativa, nonché delle infrastrutture”.

Il Piano si svilupperà in due fasi: dopo una preliminare descrizione dei sistemi idrici e di condivisione delle conoscenze tecnico-scientifiche, il team di specialisti sarà impegnato nell’identificazione di ogni eventuale evento pericoloso, valutazione del rischio e individuazione di piani di azione per passare, successivamente, alla definizione di misure di controllo e alla verifica dell’efficacia dei piani e delle procedure attuate.

Il Piano di Sicurezza dell’Acqua è uno strumento flessibile e consente di adattare il modello ai diversi territori; l’attività pilota svolta per gli schemi idrici Sinni-Montalbano, Agri-Basento e Vulture-Melfese servirà allo sviluppo successivo di criteri e metodi funzionali all’applicazione del Piano alle diverse filiere idro-potabili servite da Acquedotto Lucano, per garantire sempre più e sempre meglio la qualità di ciò che beviamo.

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