“Già nei prossimi giorni sarà firmata la convenzione -tra la Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche ed elettriche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Consorzio di Bonifica della Basilicata- per l’utilizzo del finanziamento da un milione di euro -deliberato dal Cipe nel 2016- per la riqualificazione del complesso di strutture della Diga Abate di Alonia, sul lago del Rendina, che da decenni versa in uno stato di abbandono”. Lo dichiara in una nota il sottosegretario al Mit con delega alla gestione delle risorse idriche, senatore Salvatore Margiotta
“La relazione redatta dal Prof. Ing. Giovanni Calabrese, responsabile degli studi condotti dall’Università di Perugia relativi all’eventuale ripristino dell’invaso, attesta che che la diga è recuperabile e non deve essere dismessa”, prosegue così il sottosegretario Margiotta.
“Si potrà procedere ai primi interventi previsti che riguardano, soprattutto, le indagini strutturali, i rilievi e le verifiche sismiche, la ristrutturazione delle opere civili, la realizzazione di nuovi schemi di acquisizione e trasmissione dati, la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro, il ripristino e la sistemazione delle opere viarie e dei servizi. Con un secondo finanziamento, invece, si darà il via alla progettazione esecutiva tesa al definitivo recupero dell’invaso che riguarderà, in particolare, il corpo della diga, la galleria dello scarico e l’opera di scarico superficiale”.
“In questo modo, continua, saremo in grado di restituire l’invaso al territorio. Si tratta di una notizia importante per la piana dell’Ofanto e per la Basilicata perché la diga del Rendina rappresenta un’infrastruttura fondamentale per le esigenze irrigue degli operatori agricoli e deve tornare a svolgere un ruolo importante per il fabbisogno ad uso irriguo di un’intera area che in questi anni è stata prosciugata.
Un risultato reso possibile anche dall’ottimo lavoro svolto dall’Avvocato Musacchio, amministratore unico del Consorzio di Bonifica e dal Direttore generale per le dighe e le infrastrutture idriche del Mit, Angelica Catalano che hanno dato un contributo decisivo alla risoluzione di una serie di problemi tecnici”, così conclude il sottosegretario Margiotta.
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