Presentata alla stampa, questa mattina, una proposta di legge a firma di Romaniello del gruppo Sel (primo firmatario), Dalessandro, Straziuso e Viti del Partito Democratico, Scaglione dei Popolari Uniti e Mazzeo Cicchetti dell’Italia dei Valori, che detta norme per la rimozione e lo smaltimento di piccoli quantitativi di materiali o rifiuti contenenti amianto.

“La novità dello strumento legislativo – ha dichiarato Romaniello – è rappresentato dal target di riferimento. La misura, infatti, si rivolge ai soggetti privati che hanno presso le loro abitazioni o attività artigianali piccoli manufatti contenenti amianto e che non hanno capacità finanziaria o comunque non sono disposti a sostenere le spese per la rimozione del materiale nocivo”.

Nel sottolineare che la Basilicata è una delle poche Regioni che ha provveduto a dotarsi di un piano amianto, l’esponente di Sel ha anche menzionato iniziative positive in tal senso, come quella programmata dal Comune di Matera che ha iniziato, in questi giorni, un censimento e si appresta a presentare a breve un piano per la bonifica. Giusti segnali di attenzione verso un problema messo al bando nel 1992 con la legge 257, e che continua a causare in Italia (dati Ispesl), ogni anno, almeno quattromila decessi, dovuti non solo all’esposizione professionale e ambientale, ma anche a quella domestica, che al contrario delle altre, risulta particolarmente difficile de monitorare.

“Sulla tutela della salute – ha affermato Scaglione – non si può scherzare e sull’amianto, killer inesorabile presente in tettoie, canne fumarie, cassonetti per la raccolta dell’acqua ecc., le Istituzioni devono essere in grado di fornire aiuti concreti per una corretta bonifica di luoghi e manufatti, per evitare superficialità e rafforzare il senso civico”.

La proposta di legge viene incontro ai cittadini, prevedendo un contributo finanziario nella misura del 60% a fondo perduto della spesa complessiva, la possibilità di ricorrere a procedure facilitate, con un piano di lavoro semplificato Tra gli obblighi, quello di produrre un attestato di presenza di materiali o rifiuti contenti amianto rilasciato dal centro regionale amianto dell’Arpab.

Per la rimozione è necessario rivolgersi a ditte specializzate iscritte all’albo nazionale dei gestori ambientali che devono operare in modo da garantire sicurezza sia per i lavoratori che per i cittadini.

“Aderire a questo progetto – ha detto Straziuso – è stato facile e giusto, perché accende i riflettori su una questione di grande impatto come l’amianto che, pur essendo fuorilegge dal 1992, purtroppo lo si ritrova ancora presente in numerosi manufatti”.“Trovo che il tema ambientale – ha concluso l’esponente del Pd – sia semplicemente evocato e non sempre perseguito, e la dimostrazione sono le emergenze che vive la nostra regione a partire dalla Fenice fino alla Diga del Pertusillo”.

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