“Un partito che cresce ha bisogno di grandi premure”. Con queste parole l’on. Belisario esordiva domenica scorsa introducendo la sua relazione congressuale in una affollatissima assemblea presso il Park Hotel.

Il passaggio del testimone affidato, come riportato dalle cronache locali, all’ottimo Michele Radice, si è reso necessario in quanto Belisario è stato chiamato a coordinare il partito a livello nazionale, dopo la nomina del presidente Antonio Di Pietro a Ministro delle Infrastrutture. Un onere rilevante e per noi anche un onore. Ciò lo ha spinto ad accelerare questo passaggio, a metà del suo mandato, in un momento che richiedeva lavoro a tempo pieno.
Michele Radice, nel ruolo di coordinatore regionale, assume un ruolo che già di fatto da due anni egli ha ricoperto con dedizione, pazienza, lealtà, competenza e rinnovata passione.
Ma qualche riflessione, al di là della cronaca dell’evento, si rende necessaria.
Questo passaggio , armonizzato dal consolidamento di una sintesi fra sensibilità certamente diverse, ha rispettato le esigenze delle due anime del partito. Una parte dei quadri che riteneva giusto un assetto più stabile organizzato in tempi brevi e l’altra frangia, sia pure minima, che riteneva utile una ulteriore riflessione. Le due anime hanno trovato sintesi intorno agli obiettivi strategici intorno a cui hanno trovato concordi tutti gli iscritti di questo partito in grande espansione. Occorrerà un cambio di passo. Questa dovrà essere la parola d’ordine.
L’assemblea, attraverso gli interventi di tutti i delegati, ha dato una precisa indicazione al Belisario nazionale: sostegno ai percorsi nuovi a cui sarà chiamato questo partito in Basilicata. Una nuova stagione fatta anche di informazione di piazza che daranno visibilità ai valori fondanti e che vedranno tutti gli iscritti coinvolti ed impegnati in un grande progetto di coinvolgimento popolare. Una sorta di controtendenza in un momento in cui si registra disaffezione per la politica. Ma se la riflessione deve avere un senso, per un partito che si accinge ad intercettare vecchi bisogni disattesi delle popolazioni lucane, occorrerà esigere maggiore rispetto istituzionale per chi si accinge a stravolgere i ritmi, già frenetici, della vita istituzionale a scapito di quella privata.
Il radicamento con la realtà di Basilicata da parte di Belisario stride con la poco elegante valutazione di simil-lucano che gli è stata rivolta. Quasi che il candidato americano Obhama venga definito simil-americano perché il padre è keniota.
Non è mio costume puntare il dito contro una stampa che avversa le figure più esposte del nostro partito. Sarebbe auspicabile che una categoria, del cui ruolo insostituibile sono pienamente convinto, mostrasse maggiore rispetto istituzionale, Ciò, di certo, non sminuirebbe le legittime posizioni di ciascun osservatorio critico.
Felice Belisario non è nato in Basilicata, è un dato acclarato, ma si è dimostrato più lucano di tanti amministratori locali che hanno ormai perso il collegamento con la realtà quotidiana della nostra martoriata Lucania, annebbiati forse da un esasperato culto della personalità.
All’assessore Autilio, a cui non si può certo rimproverare di essersi posto sotto i riflettori della vanità, vanno riconosciute tre grandi virtù: la capacità di ascolto, la capacità di farsi guidare dai bisogni popolari, la lealtà istituzionale e privata. Di queste virtù i due coordinamenti provinciali ne dovranno tenere ben conto per aprire tavoli di confronto e di operatività, quando il partito tenderà ad espandersi ulteriormente.
Gli assetti interni, un tempo ingessati dalla consuetudine, sono mutati con l’ingresso di nuovi amici, autorevoli e numerosi. Ad essi è stato chiesto di lavorare fianco a fianco, di condividere percorsi comuni basati sulla trasparenza e sulla lealtà. Mi piace riportare due frasi che hanno accompagnato l’ingresso di due nuovi amici prestigiosi, a ciascuno dei quali sono legato da vincoli di amicizia personale fin dall’infanzia. “…In questo partito si respira un’aria nuova”, disse Prospero De Franchi accettando di condividere il percorso con il partito della trasparenza; “…Questo non è il Partito dei coltelli”, gli fece eco dopo qualche mese il cons. Giovanni Carelli , allorquando, guardando negli occhi i dirigenti che lo accolsero nella sede di Via Bramante, condivise il pensiero dell’Italia dei Valori. Da queste riflessioni emerge chiara una indicazione di rotta per l’intero partito: la diffusione capillare degli ideali dell’IDV tornerà a far amare la politica.
A Prospero De franchi e Cosimo Pompeo, rispettivamente coordinatori provinciali di Potenza e Matera, con il rispettivo portato di esperienze, dovrà andare il sostegno pieno dell’intero Partito. Occorrerà, quindi, un cambio di passo anche a livello provinciale ove sarà necessaria una maggiore visibilità territoriale. Gli “audit” raccolti presso le classi più deboli sono già una precisa indicazione operativa. Le elezioni amministrative sono alle porte. Se riusciremo ad avere il coraggio di portare all’esterno i nostri progetti, coinvolgeremo il cittadino della strada che ci continua a chiedere di non deluderli come hanno fatto gli altri. Ecco il partito nuovo. Ecco il nuovo partito dei valori che continuerà a crescere e con cui bisognerà fare i conti.
Nessuno si potrà permettere di trattare l’IDV come invitato di quart’ordine alla mensa del “Ricco Epulone”. Questo perché la coerenza dimostrata da tutte le figure che lo animano, a partire dal nostro presidente Antonio Di Pietro, gli ha conferito credibilità e rispetto.

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