Lo so, può diventare stucchevole il continuare a ripetere: lo avevamo detto. Ma, ahimè, vista la situazione, e considerando la necessità di scongiurare il pericolo che anche i fondi Ue 2007 – 2013 siano l’ennesima occasione sprecata per la Basilicata e per il nostro Mezzogiorno, gioverà ripetersi. Abbiamo, più e più volte, denunciato ciò che per certi aspetti appare essere il segreto di pulcinella: un utilizzo clientelare dei Fondi Ue nel settore agricolo e nel settore della Formazione lavoro, e in generale dell’intero pacchetto di Fondi strutturali 1994 – 2006. Fondi gestiti in maniera clientelare, come avvenuto prima con la Cassa del Mezzogiorno e con Agensud, e che hanno prodotto davvero poco in termini di sviluppo infrastrutturale e crescita economica di questa regione. Nella logica del sistema partitocratico made in Lucania, di questa Basilicata paradigma del “Caso Italia”, la torta dei fondi Ue è diventata occasione per oligarchi e capibastone, ras e centri di potere tutt’altro che occulti, per coltivare i loro piccoli grandi feudi e allargare il “consenso”. Un “consenso” guadagnato a prezzo del costante sperpero di denaro pubblico. Un denaro pubblico che è servito a falsare ulteriormente il gioco democratico. L’Unione europea, analizzando l’investimento comunitario per l’intero Mezzogiorno relativo al periodo 1994 -2006(81 miliardi di euro), ha affermato che questi denari sono stati gestiti con un bassissimo livello di efficienza da parte della pubblica amministrazione nazionale, regionale e locale. A giudicare dalle notizie che si susseguono in questi giorni, e da quanto è dato leggere questa mattina, sembrerebbe proprio che non tutto sia da attribuirsi ad inefficienza, ma in qualche caso a vere e proprie associazioni a delinquere. Anche alla luce di una recentissima questione sollevata in materia di formazione lavoro, che ha portato alla presentazione di due interrogazioni parlamentari da parte dell’On. Maurizio Turco e dell’europarlamentare Marco Cappato(che qualche anno fa si erano interessati anche della vicenda Marinagri), dovremmo con attenzione interrogarci sul come migliorare i controlli e le verifiche in materia di spesa pubblica. Personalmente sono davvero stufo di dover leggere di capannoni fantasma, aziende fantasma, corsi di formazione fantasma, finanziati con i Fondi Ue. Sono stufo di un sistema che produce illegalità e corruzione, negando opportunità di crescita e di sviluppo. E sono anche stufo di tanti inutili enti regionali e sub-regionali, che servono soprattutto ad alimentare clienti e ad occupare militarmente il territorio. Ma che dico?! Forse, da questo punto di vista sono tutt’altro che inutili. L’Unione ha dipinto un quadro sconfortante dei risultati prodotti dal robusto investimento Ue 1994 – 2006, che, tra l’altro, è stato pari al 59 per cento di quanto speso in 40 anni di intervento straordinario prima della Cassa del Mezzogiorno e poi dell’Agenzia per lo Sviluppo del Mezzogiorno. Interventi straordinari e ordinarie e quotidiane ruberie. Quando, mi chiedo, usciremo dallo straordinario per vivere una normalità in cui l’illegalità rientri in ambiti fisiologici? Oggi siamo di fronte, ne sono convinto, ad una illegalità sistemica, ad un sistema che produce degrado della vita politica, istituzionale, economica e sociale: furto di verità, legalità e democrazia. E’ il “Caso Italia” con il suo capitolo lucano. E’ l’illegalità frutto del regime partitocratico, frutto non della “Casta”, ma delle “Caste”. Laddove, ed è evidente, a fronte di un manipolo di sostituti procuratori che adempiono al loro dovere, c’è una casta di magistrati che è corresponsabile dello sfacelo che abbiamo sotto gli occhi. Don Gaetano Salvemini, uomo del Sud, affermava: “Acquedotto pugliese ha dato più da mangiare che da bere.” Parafrasandolo, potremmo dire: “Fondi Ue hanno dato da mangiare, ma non hanno contribuito a far crescere, come si poteva e doveva, questo nostro Mezzogiorno.” Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Rnp e Segretario Radicali Lucani
Scrivi un commento
Devi accedere, per commentare.