Invecchiamento attivo, il punto sulle politiche regionali 

In Basilicata, come nel resto del Paese, la popolazione invecchia sempre di più. Un’aspettativa di vita più lunga non sempre, però, corrisponde ad anni da trascorrere in buona salute. Passare da una prospettiva di assistenza a una in cui l’anziano diventi risorsa per la società e per le generazioni future: questa è la proposta del “Progetto di coordinamento nazionale partecipato multilivello delle politiche sull’invecchiamento attivo”. Basato su due accordi triennali (2019 – 2021 e 2022-2024), tra la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia – e l’Irccs Inrca di Ancona, il progetto, che coinvolge le Regioni italiane, è stato presentato questa mattina alle associazioni e ai sindacati lucani. 

“Abbiamo il dovere di promuovere – ha detto l’assessore regionale alla salute, Francesco Fanelli – ogni iniziativa volta all’invecchiamento attivo per far emergere le potenzialità e le capacità che ogni individuo può esprimere a qualsiasi età, se si mette in gioco. Gli effetti positivi dell’invecchiamento attivo si manifestano anche sui sistemi di welfare, in termini di riduzione della spesa pubblica per gli interventi di assistenza socio-sanitaria. In questo percorso acquistano rilevanza le sinergie interistituzionali e della rete regionale dei servizi sociali e sanitari, che ci impegniamo a consolidare anche in attuazione delle leggi regionali”.

All’incontro è intervenuto l’assessore allo Sviluppo economico Michele Casino. “Interverremo – ha affermato – per sostenere tutti quei progetti che puntano a migliorare la qualità della vita nei nostri territori, incentivando soprattutto la formazione e la cultura. Gli anziani con la loro esperienza hanno tanto da trasmettere alle giovani generazioni. In questo contesto, la Basilicata può diventare un modello anche per le altre Regioni”

L’invecchiamento attivo è stato definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2002 come “il processo di ottimizzazione delle opportunità di salute, partecipazione e sicurezza per migliorare la qualità della vita delle persone che invecchiano”.  Lo scopo è quello di promuovere uno “stile di vita” tramite cui ciascun individuo possa trarre benefici psicologici, di salute fisica, e relativi alla percezione di una buona qualità della vita perseguendo i propri interessi e le proprie aspirazioni, attivandosi in uno o diversi ambiti della sfera sociale e personale.

Il progetto, ha spiegato Davide Lucantoni, ricercatore dell’Irccs Inrca, coinvolge continuamente in maniera partecipata un’ampia rete di stakeholder, composta da circa 100 organizzazioni sia istituzionali, nazionali e regionali, sia della società civile a livello nazionale e regionale. La Regione Basilicata, è emerso nell’incontro, è tra le 12 Regioni e Provincie autonome dotate di una legge trasversale sull’invecchiamento attivo (LR 29/2017 “Promozione e valorizzazione dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni”) in via di implementazione, insieme a una serie di iniziative, tra cui i “Laboratori di comunità” (DGR n. 970 del 25 settembre 2017), considerati come buona pratica a livello nazionale. Tali misure rispondono in primo luogo alla necessità di intercettare i bisogni emergenti di coloro che hanno più di 65 anni e che, secondo i più recenti dati Istat, rappresentano il 24,5% della popolazione residente.

Nel rapporto “Politiche per l’invecchiamento attivo nella Regione Basilicata: quali possibili obiettivi?”, redatto a novembre 2021, è indicata tra le iniziative da mettere in atto l’istituzione della Consulta Regionale intersettoriale per l’invecchiamento attivo. Questo per favorire la piena implementazione della legge regionale 29/2017 e formalizzare e coordinare non solo le collaborazioni interistituzionali, ma anche le relazioni già esistenti con le associazioni e le organizzazioni del territorio.

All’incontro sono intervenuti Canio Sabia, direttore generale della direzione regionale Politiche di Sviluppo, Rocco Libutti (Anteas), Giancarlo Vainieri (Centro Studi Uil), Luciano Liscio (Auser), Annamaria Capece (Ada) e Teresa Agatiello (Cooperativa sociale Promozione 80).

 

Loading